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Sgombriamo il campo da molti equivoci presenti anche nelle argomentazioni dei difensori dell’ambiente

DiPaolo Ansideri

Nov 7, 2023

Lettera aperta in risposta a Marina Marini

Approfitto della risposta di Marina Marini al mio post su FB “Alternative all’abbattimento: 5 – Pontarolo Engennering …” pubblicato il 3 novembre scorso, per toccare e rimarcare alcuni temi, già trattati, ma non percepiti nella stessa valenza da me e Marina e di cui colgo l’occasione per esporre all’attenzione degli interessati.

Approfitto della risposta di Marina Marini al mio post su FB “Alternative all’abbattimento: 5 – Pontarolo Engennering …” pubblicato il 3 novembre scorso, per toccare e rimarcare alcuni temi, già trattati, ma non percepiti nella stessa valenza da me e Marina e di cui colgo l’occasione per esporre all’attenzione degli interessati.

Il post di Marina segue alla mia affermazione: ”È obbligatorio per legge salvarli tutti [i pini]”
La sua risposta “è necessario salvarli fin che è possibile! Sono x il verde per le alberature ma… come mai a Bastia non se ne piantano più? Palazzoni palazzoni senza un albero e vicini al fiume e non vedo tante battaglie. Il nuovo piano peggiora la situazione. Non sarebbe ora di fermarsi a Bastia? Il consumo di suolo è molto più drammatico della salvaguardia degli alberi che in fondo possono essere ripiantumati. Ma l’impermeabilizzazione del suolo non ha ritorno. Su questo fate la guerra per futuro”

Le mie considerazioni
È impossibile riprodurre su FB tutto il lavoro che Progetto Bastia ha fatto sul tema https://progettobastia.it/2023/10/prog-5/ , ma sull’argomento bisogna uscire dalle opinioni per trovare un punto condiviso che le supera tutte, e questo è dato dalla legge. La legge regionale 28/2001 definisce le specie tutelate e per queste istituisce regole per l’individuazione di singoli esemplari da salvaguardare per la loro importanza, storica, botanica ecc.. Sulla base di queste regole viene stilato il censimento degli “Alberi di notevole interesse”.

Successivamente, nel 2002, la delibera regionale 1523 norma ulteriormente questo ristretto ambito dichiarando, per ogni singola specie tutelata, quali esemplari sono da considerare di notevole interesse, quindi automaticamente censiti, in base ad una misura minima della circonferenza. Per il Pinus pinea la circonferenza minima è stabilita in 40 cm (a 1,30 cm da terra). Tutti i pini di Bastia delle vie oggetto di progetto hanno una circonferenza superiore a 40 cm. come risulta dalle schede di valutazione statica. Appurato questo interviene l’art. 13 della legge 28/2001 che consente l’abbattimento anche degli esemplari di notevole interesse in caso di “pubblica utilità e incolumità”, con la precisazione del comma 4 che consente l’abbattimento solo se non si sono esperite altre alternative e con l’obbligo di indicare, nell’autorizzazione all’abbattimento, quantità e specie che si intende reimpiantare in sostituzione.

Sulle alternative all’abbattimento abbiamo pubblicato nel sito una considerevole casistica, che stiamo parzialmente trasferendo su FB come si può vedere, ed abbiamo organizzato il 16 settembre la conferenza del Gruppo alle Radici dell’Albero che ha salvato i 400 pini del lungomare di Lignano Sabbiadoro.

Per quanto riguarda il reimpianto non c’è alcuna indicazione nelle autorizzazioni rilasciate dal comune di Bastia.

Per l’analisi puntuale degli aspetti legali rimando alla relazione di supporto alla diffida che abbiamo presentato al comune https://progettobastia.it/wp-content/uploads/2023/08/ANALISI-14.pdf

Tutto questo è una premessa essenziale per entrare nella questione che Marina pone sulla necessità di spostare l’attenzione sulle nuove piantumazioni e impedire l’impermeabilizzazione del suolo, perché “gli alberi in fondo possono essere ripiantumati”.

L’aspetto storico-culturale
Cara Marina, è proprio questo il punto dolente di questa storia che è un po’ l’amara storia della nostra città nella quale vige, ormai acquisita da generazioni, l’idea che tutto sia sacrificabile, perché nulla in effetti ha un valore tale da essere tutelato e conservato. Nulla assurge ad una dignità paesaggistica e culturale tale che meriti di essere protetto, perché non meritevole di rientrare nei canoni della concezione corrente che arriva ad inventarsi fantomatici ed imbarazzanti cortei rinascimentali che sfilano tra ali di auto parcheggiate.

Sotto questo maglio sono cadute dagli anni 60 in poi testimonianze di edifici sacri, manufatti ed architetture (ultima in ordine di tempo la sala consiliare dell’arch. Leoncilli) che hanno contribuito a dare a Bastia quel volto anonimo che tutti non possiamo non riconoscere.

È qui che va invece condotta l’azione per impedire la cancellazione definitiva di quello che è rimasto ancora di pregevole e che va difeso strenuamente per ridare un contenuto concreto alla parola “Identità” che per Bastia non si radica nell’antichità romano-medievale, come per Assisi, ma totalmente nel secondo novecento.

È a tutela di questa identità che sono riuscito ad imporre la tutela della Sovrintendenza sui Moduli abitativi di Renzo Piano, impedendo che non venga più assimilato questo nome al nostro comune, come invece ci riconosce il Ministero dei Beni Culturali e come auspicherebbe qualsiasi amministratore di città prive di reali attrattori culturali.

È su questo stesso principio che si basano anche le azioni del nostro comitato che nei filari alberati di pini intravede un’insostituibile segno di forte connotazione storico-urbana.

L’aspetto ambientale
Per quanto riguarda l’aspetto più strettamente ambientale riguardante i benefici prodotti da una massa vegetale come quella accumulatasi in 70 anni nei viali di Bastia, ti rimando, tra l’altro, alla nostra intervista al prof. Marco Fornaciari da Passano “L’importanza degli alberi in città, la misurazione scientifica dei benefici ambientali. Intervista al prof. Marco Fornaciari da Passano sul progetto Life CLIVUT” https://progettobastia.it/2023/08/fornaciari/ ed a quella al dott. Andrea Zanzi
“Nessun reimpianto può restituire il beneficio degli alberi abbattuti. Intervista all’agronomo Daniele Zanzi, collaboratore di Geo&Geo” https://progettobastia.it/2023/08/zanzi/

La sostanza di entrambi gli interventi scientifici si può riassumere semplicemente nella seguente dichiarazione che va assunta come un postulato da chi ha realmente a cuore il valore ambientale:
“il beneficio ambientale prodotto dal patrimonio arboreo storicamente accumulato è incommensurabile rispetto a qualsiasi piantumazione sostitutiva. ogni affermazione contraria è scientificamente insostenibile”

Le nuove piantumazioni
Anche qui sarà il caso di fare il punto in modo serio.
Bastia Umbra è l’unico comune dell’Umbria a non avere superfici boschive. Su questo argomento, la vegetazione spontanea del territorio, abbiamo fatto un’intervista all’amico Carlo Sportolaro, dott. agronomo, “I pini in ambito urbano e le caratteristiche della vegetazione del territorio di Bastia. Le problematiche del verde urbano e una breve panoramica sulle aree naturali nel comune.”
https://progettobastia.it/2023/06/pini-e-vegetazione-territorio/

Su questo Carlo ha anche redatto una proposta di vincolo boschivo, acquisita nella documentazione del nuovo piano regolatore, in cui ribadisce che “l’insieme della vegetazione (fitocenosi), arborea e mista, riconducibile a bosco, è presente esclusivamente negli ambiti delle ripe in corrispondenza dei corsi d’acqua principali, (Fiume Chiascio, Torrente Tescio), mentre i corsi d’acqua secondari sono pressoché privi di vegetazione ripariale.”

Stante la morfologia del territorio bastiolo, se si dice nuove piantumazioni si pensa in genere al decoro arboreo di lotti edificabili o al massimo alla destinazione di appezzamenti a giardino o parco urbano.
Anche in questo caso va chiarita una scala di priorità dalla quale si può partire per poter parlare di progettazione della città futura attenta alla conservazione e sviluppo del proprio patrimonio naturalistico.
A mio avviso è proprio dalla ricostituzione di quel “paesaggio primordiale”, cresciuto tra i due corsi d’acqua in prossimità dei quali è nata l’Insula, che si deve ripensare il nuovo, ma già antico paesaggio. Se si riconosce il valore paesaggistico ed ambientale di quei lembi residuali di vegetazione ripariale, allora ne segue che è da lì che bisogna ripartire.

Sono infatti gli ambiti idrogeologici di esondazione e quelli demaniali che delineano l’area su cui intervenire
per poter pensare allo sviluppo dell’insieme della vegetazione fluviale che, potendo ambire alla dimensione di bosco può ambire anche alla dimensione di habitat faunistico. E questa impostazione si porta dietro la riconsiderazione della trasformazione dei fiumi in canali, motivata come necessità per la messa in sicurezza.
Come per i pini anche qui l’amministrazione pubblica declina la vivibilità dei luoghi solo nella prospettiva della sicurezza eliminando del tutto il diritto al paesaggio ed all’ambiente.
È grazie a questo che ci troviamo gran parte delle visuali paesaggistiche dell’area fluviale coperte da argini e paratie frutto di un’indicazione progettuale da parte dell’amministrazione che pone ai progettisti un’unica linea guida, la sicurezza, anziché il paritetico valore di sicurezza e paesaggio.

Il grande fraintendimento: esaltare le nuove piantumazionie e porre in secondo piano la conservazione del patrimonio esistente
Volendo tirare una linea finale su questa parte del discorso si deve convenire, assolutamente convenire, che in ragione di quanto esposto l’ordine di importanza dei fattori in campo (le nuove piantumazioni e la tutela dell’esistente) deve avere questa scala:
1) al primo posto quanto ad attenzione, sforzo ed impegno collettivo c’è la conservazione dell’esistente (sia esso viale alberato o vegetazione ripariale) perché il suo valore storico, paesaggistico ed ambientale si è costituito, nel corso di decenni o addirittura di secoli.
2) al secondo posto c’è l’implementazione di nuovo verde che ha un senso solo se si innesta sull’esistente andando a costituire un incremento dello stesso e non l’impossibile e non equivalente sua sostituzione.

L’impermeabilizzazione
Progetto Bastia nasce nell’estate del 2022 a seguito del progetto di riqualificazione di Piazza Mazzini, con l’intento di opporsi allo stesso giudicato privo di una qualità architettonica ed urbanistica in grado di restituire alla città un centro di alto livello, attrattivo e generatore di frequentazione e socialità non solo locale: Bastia città della creatività è stato lo slogan con cui abbiamo lanciato l’omonima petizione.
Il primo numero del magazine è dedicato a questo “Progetto Bastia N°1 – Speciale Piazza Mazzini.” https://progettobastia.it/2023/01/speciale-piazza-mazzini-considerazioni-fuori-tempo/. Tra gli altri argomenti proposti per l’individuazione di alternative c’è proprio il tema dell’impermeabilizzazione e più in generale dell’acqua, che seppure elemento identitario della città (“Insula romana) viene ridotto nel progetto ad una triste nota nostalgica, con la riproduzione simbolica delle “Tre Cannelle” in forma di tre zampilli affioranti dalla pavimentazione.

La Water Square di Rotterdam è uno degli esempi che abbiamo portato a testimonianza di una progettazione virtuosa che si fa pieno carico del ciclo acque meteoriche – suolo urbano https://youtu.be/kujf4BTL3pE
Sullo stesso tema abbiano insistito nel secondo numero dedicato al progetto di riqualificazione di Via Roma
“Progetto Bastia N°2 – Speciale Via Roma” https://progettobastia.it/2023/04/progetto-bastia-n2-speciale-via-roma/

Concludendo: l’impegno civile che ha animato fin qui le nostre attività ci ha portato a raccogliere oltre 2.000 firme per il comitato “Salviamo i pini” ed oltre 200 per la petizione “Bastia Città della Creatività” Sul nuovo piano regolatore stiamo completando le nostre osservazioni che presenteremo entro il 10 novembre

Paolo Ansideri

Fondatore Associazione Oicos riflessioni, co-organizzatore Cortile di Francesco Assisi, Festa di Scienza e Filosofia Foligno