• Gio. Nov 21st, 2024

In questa pagina vogliamo dare testimonianza, seppure in modo approssimativo e schematico, di quanto importanti siano le produzioni contemporanee dell’arte, del design e dell’architettura nelle opere di qualificazione o riqualificazione urbana in tutto il mondo.
L’argomento è suddiviso in quattro ambiti distinti:
Microarte Urbana, Porte di Città, Opere scultoree
Pareti e facciate
L’arte nella pavimentazione urbana. Piazze, strade, segnaletica orizzontale
L’acqua, il verde, le sedute

Le opere dello stesso autore sono comprese tra un medesimo numero iniziale e finale. Non tutti gli autori sono citati

Microarte urbana, Porte di Città, Opere scultoree

Il primo video, di questa pagina introduttiva del tema in oggetto nel titolo, inizia il suo viaggio, Microarte Urbana, dagli elementi minimi, residuali, o di degrado della città, in cui alcuni artisti si cimentano con i loro interventi invitando lo stesso spettatore a volgere lo sguardo anche laddove l’arte sembrerebbe non poter essere accolta. Così invece l’arte si manifesta nelle crepe o fori dei muri (Pao), nelle buche dell’asfalto (Ememem), tra i ferri delle ringhiere (Zebrating), tra la lastricatura delle vie e piazze (Garutti, Pirri), sui tubi dei servizi idrici e elettrici (Tom Bob) ecc..
Si attribuisce, altresì comunemente, maggiore importanza alla presenza nell’ambiente urbano di opere d’arte che occupano in modo significativo, con il loro volume, lo spazio visivo del contesto architettonico urbano.
È il caso delle Porte di Città, qui rappresentate nelle produzioni di Nino Caruso (Brufa), Edoardo Tresoldi (Milano), Alexander Calder (Spoleto), Mimmo Paladino (Lampedusa) ed altri.
Nella sezione Opere scultoree presentiamo alcuni esempi di arte contemporanea in piazze e parchi del mondo tra cui Anish Kapoor (Chicago), Claes Odenburg (Milano), Giulio Turcato (Piediluco), Arnaldo Pomodoro (Terni)

Il Museo di Arte Contemporanea all’Aperto di Maglione (M.A.C.A.M.)
Il M.A.C.A.M. è stato fondato da Maurizio Corgnati nel 1985 a Maglione (To).
L’intero paese è museo a cielo aperto di opere d’arte contemporanea di diverse tendenze, realizzate come dipinti o applicazioni sulle pareti degli edifici o come opere scultoree negli spazi verdi e nelle vie della borgo. Raccoglie oltre 150 opere di artisti tra i più significativi del panorama nazionale, tra cui da Maurizio Cattelan, Giò Pomodoro, Piero Dorazio, Armando Testa, Emilio Tadini, Ugo Nespolo. Nel video una raccolta sintetica.
Info in www.macam.org

Pareti e facciate

In tutte le città del mondo uno degli elementi di riqualificazione urbana più utilizzati da architetti ed artisti è rappresentato dalle pareti cieche, prive di finestre, di edifici che per vari motivi presentano fiancate disadorne, architettonicamente o funzionalmente incomplete. Queste superfici verticali si sono dimostrate stimolanti e fervide occasioni di progettazione e supporti per opere artistiche che hanno consolidato il valore contemporaneo dell’arte nello spazio pubblico. In molti casi le stesse facciate sono utilizzate come supporto.     

Verde verticale e architettura tessile
Le installazioni di verde verticale, conosciute anche come giardini verticali o muri vegetali, sono composizioni vegetali adattate a speciali supporti di coltivazione su superfici verticali sia esterne che interne agli edifici. Uno dei massimi esperti del settore è il botanico francese Patrick Blanc, i suoi progetti sono stati realizzati in tutti i continenti.
L’architettura tessile è una forma di composizione architettonica, che utilizza a mo’ di membrana nei rivestimenti esterni, ed interni, materiale sintetico tessile sia in forma flessibile, superfici uniche avvolgenti, che in forma rigida, con moduli componibili preformati per ottenere una costruzione finale complessa. Un esempio del primo caso sono l’involucro interno della Nuvola dell’architetto Fuksas e, dello stesso progettista, la facciate dello Zenith Music Hall di Strasburgo.
Il più noto esempio di architettura tessile a moduli rigidi è rappresentato dalla Water Cube (Centro nazionale del nuoto cinese) di Pechino, progetto dello studio australiano PTW per le olimpiadi del 2008.

L’arte sulle facciate e sui muri. Street art
È a tutti noto il fenomeno dell’arte di strada che dal 2000 ha costretto sia la critica che le popolazioni residenti nei centri urbani a fare i conti con queste nuove forme espressive. Le superfici dei manufatti urbani, siano essi muri, infrastrutture viarie o qualsiasi altro supporto presente nello spazio pubblico, sono diventati il luogo catalizzatore di tutte le differenti versioni della steet art (murales, writing o graffitismo ecc.)
In questa pluralità di forme abbiamo selezionato alcuni esempi di simulazione architettonica, architettura rappresentata, in cui il vuoto della parete cieca viene colmato con la rappresentazione pittorica di particolari architettonici o addirittura di vita, creando l’effetto di inganno ottico (tromp l’oeil).
Nell’altra parte del video, Street art, mostriamo alcuni esempi di questa forma artistica che non è riconducibile esclusivamente alla dimensione pittorica figurativa, di cui Blu e Ericailcane sono tra i massimi esponenti italiani e mondiali, ma comprende anche l’incisione della superficie della parete (Vhils) o installazione di coperture artistiche dell’intera superficie (Nnenna Okore)

Banksy
Banksy è forse oggi il più noto street artist del mondo. Nel video una selezione di alcuni dei suoi più noti interventi.
Fonte: www.banksy.co.uk

L’arte nella pavimentazione urbana. Piazze, strade, segnaletica orizzontale

In questa sezione oltre a proporre una rassegna degli interventi artistici effettuati nel mondo sulle superfici urbane orizzontali e sull’introduzione dell’arte anche nella segnaletica a terra (strisce pedonali), si indicano varie tecniche di utilizzo di materiali di copertura del manto stradale, diverse dalla semplice asfaltatura o lastricatura in pietra: dal cemento alla gomma, fino all’asfalto colorato e quello con ghiaia naturale (decolorato).

Il Paseo Bandera a Santiago del Cile
Paseo Bandera, la strada più trafficata di Santiago, è stata trasformata nel 2017 in un’area pedonale che si presenta come un’unica grande opera d’arte. Lunga 400 metri è stata progettata dall’artista Dasic Fernqandez e si sviluppa con interventi pittorici sia sul piano stradale che sulle pareti dei sottopassi. L’allestimento è integrato da sedute e installazioni aeree e nella rappresentazione si alternano temi della storia del Cile con straordinari effetti ottici prospettici. Inizialmente pensato come intervento temporaneo, nel 2018 è stato definitivamente riconosciuto come opera permanente e integrante della nuova area pedonale.
Fonte: dasicfernandez.com

Il video di una visita sull’intero percorso. Da Chile N Thailand Travel

https://www.srf.ch/play/tv/schweiz-aktuell/video/roter-platz?urn=urn:srf:video:ef55ce84-b00c-4822-a39d-87709c5a8cff

Le strisce pedonali tridimensionali a Ísafjördur, Islanda
Uno degli esempi più noti di strisce pedonali tridimensionali è stato realizzato nella cittadina islandese nel 2017 dall’impresa Vegamálun GÍH. È stato commissionato dall’amministrazione locale con l’intento di ridurre la velocità dei veicoli usando l’effetto ottico di impatto sul corpo solido dei blocchi delle strisce. Il video realizzato dalla Gùsti Production, diventato virale in rete, restituisce alla perfezione l’effetto ottico degli attraversamenti pedonali e del traffico veicolare
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it

L’acqua, il verde, le sedute

Il verde e vegetazione nello spazio urbano
Dall’uso decorativo e ambientale delle piante fino all’uso funzionale e alimentare in ambiente urbano, dai diversi modi della composizione architettonica di Zahah Hadid o Paulo Mendes De Rocha all’orto urbano in piazza della Scala a Milano, oggetto di petizione di molti cittadini per la sua conversione in intervento permanente anziché sperimentale.
Le sedute
Alcuni esempi sia di oggetti di design di produzione industriale che di disegni realizzati per lo spazio specifico di destrinazione.
L’acqua
Una rassegna che partendo da progetti di fontane di fama (Fontana Stravinsky di Niki de Saint Phalle, Parigi) o spettacolari (Crown Fountain, Chicago) arriva all’uso minimale delle strutture di contenimento del liquido in esempi noti dell’architettura come nei casi del Patio de los Naranjos (Cortile degli aranci), attiguo alla Cattedrale di Siviglia e del Giardino Giapponese di Carlo Scarpa nella Biblioteca Querini Stampalia di Venezia. Infine il caso della Water Square di Rotterdam di cui si parla più avanti.

La Water Square a Rotterdam
La Bellamyplein water plaza di Rotterdam è stata progettata dallo studio multidisciplinare De Urbanisten e realizzata nel 2013. L’idea di fondo del progetto è stata quella di rovesciare i il rapporto classico tra superficie urbanizzata e acqua meteorica anche a seguito della presa d’atto del cambiamento climatico in corso. Non più quindi un rapporto di contrasto, con l’elemento, ma di accoglienza e adeguamento alle esigenze socio-residenziali della comunità.
Le piazze nella versione ordinaria rappresentano grandi piani impermeabilizzati, vaste isole di calore nei periodi caldi e al tempo stesso complessi sistemi di smaltimento fognario delle acque piovane. Lo studio olandese ha inteso invece rompere questa barriera rendendo la superficie alternativamente bacino di raccolta idrica o spazio asciutto di aggregazione, rete visibile di canalizzazioni delle acque dai tetti degli edifici o area verde alimentata da questi apporti, con conseguente alleggerimento del carico di smaltimento per l’impianto fognario.

L’animazione esplicativa del concept di progetto. Da Rotterdam Climate Initiative