• Gio. Nov 21st, 2024

L’imminente adozione del Piano Regolatore Generale della nostra città da parte dell’amministrazione comunale, costituisce l’ultimo elemento di una congiuntura che giudichiamo di particolare importanza. Dopo anni di inerzia assoluta Bastia sta infatti per subire una brusca accelerazione nella direzione di un mutamento dell’assetto socio-urbanistico, su cui abbiamo già formulato il nostro giudizio, visibile già da ora nei lavori appena iniziati nell’area ex PIC e successivamente in tutti gli interventi di riqualificazione programmati con i fondi PNRR.

A completamento di questo quadro interviene quindi l’adozione del Piano Regolatore dopo 10 anni di gestazione. A meno di un anno dalle elezioni amministrative, con la procedura ormai adottata per ogni scelta strategica, assistiamo all’esclusione dei cittadini, gli elettori, da qualsiasi partecipazione alla fase di formazione della decisione finale. Da notizie di stampa apprendiamo che la seduta della commissione urbanistica, in un primo momento convocata in forma pubblica, viene successivamente modificata in forma riservata, cioè per i soli consiglieri.

Si arriverà quindi all’adozione della parte strutturale del PRG in consiglio comunale, nell’ambito di un dibattito in cui l’opposizione sarà relegata dalla maggioranza nella sua solita zona di “ininfluenza” e in cui la città verrà messa al corrente solo con scarni comunicati stampa.

Assisteremo all’ostentazione del diritto della maggioranza di condizionare qualsiasi giunta futura nella formulazione di una propria visione del PRG. È l’atto finale, di un fine mandato, che dopo 10 anni di gestazione ha solo il sapore della volontà di imposizione.

È possibile condizionare le scelte future in modo così sfrontato sapendo che in 10 anni nulla si è deciso?

Perché gli ultimi mesi di legislatura sono più importanti del rispetto verso i nuovi amministratori, di qualsiasi colore politico, portatori forse di diverse visioni?

C’è da dire che questa accelerazione, nell’imminenza della campagna elettorale, apre sicuramente ad un’interpretazione non peregrina: è noto che dal momento dell’adozione ogni cittadino, o soggetto portatore di interessi a qualsiasi titolo, ha il diritto di inoltrare le proprie osservazioni sul piano e che l’Amministrazione si riserva la facoltà di recepirle.

Sarebbe più opportuno che questo confronto avvenga in un periodo in cui il cittadino non indossa anche la veste di prossimo elettore.