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Bastia città d’Europa: comporre un progetto condiviso di città nuova

DiProgetto Bastia

Giu 30, 2023

L’articolo è pubblicato in forma di intervista nel numero 5 – giugno/luglio 2023 di Terre Nostre

L’azione amministrativa
La città di Bastia è da molti anni ormai posizionata come su un piano inclinato che lentamente la sta portando in una dimensione di isolamento e di ripiegamento su sé stessa, sottoposta ad un’azione amministrativa guidata da un’idea di città di natura conservativa, dove il modello del passato, replicato con ostinazione, prevale sul confronto con le dinamiche economiche e sociali che muovono il presente periodo storico.

In questa prospettiva i principi di riferimento che guidano le decisioni di governo tendono ad espellere dalle scelte ogni stimolo o suggerimento non conforme a quell’idea.
Il risultato è la costruzione di una cultura corrente che ingloba la cittadinanza in una bolla omologante privandola di un’autentica pulsione all’innovazione, unico vero motore del mondo contemporaneo.

In questo modo di intendere l’azione di governo accade, ad esempio, che tutte le scelte in materia di opere pubbliche siano improntate alla mera ristrutturazione e manutenzione straordinaria dell’esistente, senza alcuna audacia verso modelli ed esempi fuori dai canoni conosciuti nel passato.

Accade che in materia economica non si tenga conto che le forme di scambio commerciale oggi sono di natura totalmente diversa da quelle di 20 anni fa, e che se l’amministrazione vuole essere di supporto a questo settore, non può replicare gli stessi sostegni di allora, ma capire le nuove dinamiche adeguandosi ad esse, inventando opere, attività e servizi permanenti non episodici o emergenziali.

Accade che si finisca con il rincorrere modelli esterni ritenendo che sia troppo povero il patrimonio collettivo sociale, storico ed economico interno, e fatalmente si rinuncia così all’investimento sull’innovazione e al rischio del nuovo per ricorrere a repliche di modelli già esistenti e collaudati, rinunciando alla ricerca di una propria specificità e originalità capace di aprire un virtuoso percorso socio economico.

Accade in poche parole che la vita collettiva sia sempre più racchiusa in un ambito ristretto, dove non trovano soddisfazione ai propri bisogni i giovani, i residenti non originari della città, gli anziani e le categorie disagiate.

Lo stato della politica
In questo panorama non aiuta lo stato residuale in cui è ridotta l’attività politica in genere. Una volta terminata la fase delle elezioni amministrative, si assiste inesorabilmente all’esaurimento di tutte le iniziative pubbliche di dibattito e di confronto, riconducendo tutto allo spazio istituzionale, con il risultato che cessa ogni rapporto con l’opinione pubblica, con la gente, vero interlocutore e ragion d’essere della politica.
Il modello dominante costituisce così una barriera intorno alla città isolandola dal mondo.

Il momento storico 2023-2026
In questa rappresentazione dello stato della nostra città si deve mettere in assoluta e primaria evidenza l’unicità del momento storico che essa sta per vivere.
Il periodo pandemico ha portato oltre a lutti e privazioni anche l’opportunità offerta dai fondi del PNRR grazie ai quali sarà possibile quell’azione complessa di riqualificazione urbana attesa da decenni e che purtroppo non va nella direzione di uno scatto di alta e riconosciuta qualità, come da noi auspicata, ma nella sommessa e mesta procedura del riordino e risistemazione.

Sono appena iniziati i lavori in grandi aree dismesse che stanno per essere trasformate e reimmesse nel tessuto del territorio con il conseguente riequilibrio di ogni altra componente della vita associata, sia essa economica o sociale e in fin dei conti anche valoriale e culturale.

La stessa amministrazione sta adottando il nuovo piano regolatore che, come da costume per tutti gli atti amministrativi precedenti, sarà nascosto ai cittadini e reso pubblico solo a decisione presa.

Di fronte alla consapevolezza di questo, il richiamo etico all’impegno civile a cui l’associazione Progetto Bastia si è sentita chiamata, assume oggi un’ulteriore, più impegnativa e solida consistenza, proprio nel momento in cui le elezioni amministrative del 2024 rappresentano la possibilità di un’inversione di rotta o almeno di correzione di alcune delle scelte fatte dall’amministrazione uscente nella prospettiva di una città nuova.

La necessità dell’unione di tutti
Se è vera la constatazione di un diffuso stato di disagio, sentiamo in questo momento storico il dovere di rivolgere un appello a tutti coloro che sono sensibili ad una scala di valori, diversa da quella che guida l’attuale Amministrazione, e che si pongono il problema di come agire per interrompere l’andamento di quel piano inclinato, citato in premessa.

In una simile congiuntura storica non ci sono sigle o simboli di valenza superiore al futuro comune, la questione in gioco è il raggiungimento di un obiettivo ambizioso, cioè realizzare un laboratorio politico, un contenitore di idee e proposte, frutto di una partecipazione attiva e di una ritrovata socialità messe al servizio del bene comune.

È per questo motivo che facciamo appello a tutte le forze politiche, a tutti quelli che nutrono questi nostri stessi sentimenti, per impegnarsi in uno sforzo unitario, utilizzando parte del proprio tempo in un’azione politica volta a costruire e non semplicemente a opporsi.

È ora che le energie inespresse e nascoste vengano finalmente liberate e valorizzate per il beneficio di tutta la comunità: è ora che i giovani e gli studenti trovino i loro spazi di aggregazione, sia ludici che di studio, che le loro competenze acquisite nei percorsi formativi trovino, come primo approdo di valorizzazione, proprio la stessa comunità di origine, in attività che l’amministrazione saprà esperire per la loro gratificazione.
E sempre con i giovani, è bene che le energie di creatività che il Palio esprime, trovino una reale rappresentazione fuori dalla semplice dimensione competitiva, per diventare simbolo guida per la nuova città in costruzione.

È bene che nuovi percorsi di supporto all’economia locale, trovino un nuovo bilanciamento attingendo ad una diversa concezione della città, per la quale essa stessa diventa protagonista del proprio sviluppo, quindi un’amministrazione capace di nuova progettualità che non rincorre solo soggetti esterni come elemento trainante.

È ora che tutti, anche chi proviene da lontano, si senta semplicemente cittadino di una comunità in trasformazione che non ha bisogno di misurare nessun grado di autenticità.

In tre parole è ora che la città diventi: Bastia città d’Europa