• Gio. Nov 21st, 2024

Chi siamo

Progetto Bastia è un magazine online locale che si occupa di tutto quello che c’è e che potrebbe esserci all’interno del perimetro geografico di Bastia Umbra e che è raffigurato nel logo.

Progetto Bastia è anche e soprattutto la formulazione di una propria proposta sulla base delle informazioni e ricerche rese disponibili per tutti.

Lo spot di lancio del magazine

L’iniziativa di uno spazio pubblico da tutti reperibile, accessibile e permanente, con contenuti di interesse collettivo, nasce dall’iniziativa dell’omonimo gruppo informale che si era già costituito nell’estate del 2022 come Comitato “Bastia Città della Creatività” per la qualità della rigenerazione urbana, a seguito dell’annunciato corposo programma di interventi che grazie al PNRR sta per cambiare l’assetto urbanistico della città, primo fra tutti la riqualificazione di Piazza Mazzini.

A seguito di questo abbiamo organizzato incontri ed interventi pubblici cercando di incidere sulle decisioni dell’amministrazione per cambiare il progetto presentato.

Perché alcuni cittadini, non più giovanissimi, sentono il bisogno di “fare qualcosa”? Di ”prendere pubblicamente posizione” su un tema di interesse collettivo?

A Bastia, come nel resto d’Italia, è plastica la manifestazione di quel che resta della politica, di come si sviluppa il rapporto tra cittadinanza, amministratori, forze politiche.

Non crediamo sia di parte la constatazione del collasso tra cittadinanza e amministrazione della cosa pubblica, del profondo vallo che separa gli interessi collettivi dalla sfera degli interessi privati.

Complice potente della frattura è senza alcun dubbio l’ambiente comunicativo contemporaneo che a dispetto di quanto si riconosce e dichiara comunemente, nel momento in cui attiva connessioni, produce in realtà l’isolamento in bolle separate di individui che riproducono poi online i loro villaggi o gruppi virtuali, i loro totem identitari, le loro settarie armate di opinioni avverse. La riduzione del fare politica a pura attività social se a livello planetario genera addirittura massicci investimenti di alcuni stati in traffico di dati, a livello locale contribuisce in misura potente alla liquefazione del legame sociale di relazione interpersonale, mai sostituibile dalla semplicistica sequenza di post.

Accade quindi che sia quasi comunemente accettata la convinzione che oggi la politica sia solo “un affare per social”, che le agorà non possano che essere virtuali, che lo streaming sia il più comodo luogo di incontro.

La semplificazione insita nel mezzo, la riduzione del complesso alla brevità dei messaggi è il primo elemento costitutivo della desocializzazione, dello scadimento della dialettica e delle analisi politiche.

In questo terrificante panorama la gestione della cosa pubblica, non solo locale, viene abbandonata al triste, asfittico e privato gioco degli eletti, che nelle istituzioni, in quanto esponenti della “democrazia rappresentativa”, confondono la rappresentatività con l’autonomia e indipendenza dai rappresentati che sono chiamati a “partecipare e condividere” solo ogni 5 anni allorché da cittadini vengono trasformati in elettori.

Nel frattempo le questioni politiche non sono altro che la ritmica sequenza di botta e risposta di comunicati stampa o post tra gli attori del gran teatro. In questo ormai condiviso scenario dell’agone politico si compie la sceneggiatura e si consuma la deriva tra istituzione e cittadinanza.

In questo scenario accade che il governo della città possa ritenersi libero da ogni rendiconto verso la minoranza e la cittadinanza.

Perché i decisori non avvertono la necessità di coinvolgere nel processo decisionale la collettività che è risaputo essere sensibile e gelosa almeno di pochi punti fondanti?

La risposta è tutta nel senso del governo, nel come si interpretano gli incarichi pubblici elettivi, nel senso dell’istituzione, ma a ben vedere molto semplicemente nel senso della democrazia.

I cittadini votando la maggioranza delegano a questa qualsiasi proprio destino, pur nell’ambito della legge, e solo dopo cinque anni possono esprimere la propria opinione. I cittadini, nel momento del voto, cedono ai propri rappresentanti ogni opinione personale su tutti gli aspetti della vita collettiva e si riconoscono automaticamente in tutte le loro private competenze, private inclinazioni culturali, privati giudizi su ogni tema: un universo chiuso ed autosufficiente

Tutta qui la differenza tra l’interpretazione della funzione amministrativa come dominio della maggioranza anziché come governo della comunità.

È da questo troppo prolungato malessere e disagio per un ambiente divenuto estraneo, ostile, impermeabile, refrattario ad ogni tentativo di restituire la discussione sulla cosa pubblica al corpo vivente e conflittuale della società dei cittadini, che nasce questa nostra iniziativa.

Banalmente, e anche con un po’ di retorica, abbiamo nostalgia della democrazia praticata troppo a lungo sostituita da quella dichiarata.

Questo spazio, che è online, ma che si riprodurrà anche in incontri, dibattiti, conferenze ed iniziative in presenza, nasce dalla comune convinzione dei promotori in pochi, ma discriminanti punti.  

Ci riconosciamo nei valori di una comunità aperta al mondo, capace di ascoltarlo e di trarre da questo direttive di inclusione ed equità.

Le differenze sono un valore da tutelare e ricercare per la crescita e lo sviluppo individuale e collettivo. L’uniformità dell’ ambiente socio-culturale è un ostacolo per quello sviluppo.

Lo studio e la conoscenza, sono l’unico antidoto all’approssimazione che spesso contraddistingue la trattazione di temi di pubblico interesse.

Il confronto delle idee è fondamentale per la formulazione di ogni giudizio e decisione politica, perché essendo in ballo le condizioni di vita della comunità, non può mai essere sufficiente per una scelta migliore per tutti, un’unica opinione o il parere di un ristretto gruppo in sé chiuso.

Lo scambio delle argomentazioni è il naturale compendio del confronto delle idee, perché troppo spesso, nel pressapochismo imperante, si eludono ragionamenti a favore di categoriche affermazioni.

La decisione da prendere da parte di chi governa o il giudizio da emettere da parte di chi è semplicemente interessato ai temi della città, non può non maturarsi che a seguito di questo processo sopra menzionato: un processo democratico.

Il nostro sito online vuole essere uno spazio permanente, sempre accessibile, di contenuti organizzati per una consultazione agile su temi della vita cittadina, altrove non reperibili se non nella sequenza di post nei social o nei meandri dei siti istituzionali non interessati a mettere a disposizione dei propri cittadini documenti e strumenti di informazione congrui per la formazione di una personale opinione: per questo sono infatti sufficienti le “assemblee partecipate” in cui decisioni già prese ed immodificabili vengono messe a disposizione del “popolo sovrano”

Raccoglieremo nel sito periodicamente gruppi di articoli, che insieme costituiranno un numero specifico della rivista e che diffonderemo in forma ridotta nei nostri canali Facebook, Instagram, Youtube, newslwetter, messagistica Whatsapp, altri canali social oltreché a mezzo stampa e siti web locali.

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Le sezioni
In premessa abbiamo dichiarato che ci interessa tutto quello che c’è e potrebbe esserci all’interno del perimetro geografico-amministrativo del comune di Bastia Umbra.
Queste le sezioni e sottosezioni di interesse iniziali, in cui saranno raccolti i contributi, destinate ad ampliarsi nel corso dello sviluppo:
Cultura, sottosezioni: architettura, arte, beni culturali, storia
Economia, sottosezioni: impresa, lavoro
Patrimonio naturalistico
Politica
Scuola e formazione
Società
Turismo
Urbanistica

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I promotori
Paolo Ansideri – mob. 3358049827
Giampiero Bianchi – mob. 3355322139

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I recapiti e media
Indirizzo mail: info@progettobastia.it
Facebook: www.facebook.com/progettobastia
YouTube: www.youtube.com/@progettobastia
Instagram: www.instagram.com/progetto_bastia

Newsletter e messaggistica Whatsapp
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L’articolo di Terre Nostre pubblicato nel numero 1 – febbraio 2023